Ermini Seiottosei: Il ritorno della tradizione italiana

Anonim

Ermini, un marchio mitico, quasi dimenticato nel tempo, è tornato e il Salone di Ginevra è stato il padrino prescelto per la presentazione degli Ermini Seiottosei, la nuova scommessa sportiva di un marchio ricco di tradizione.

L'età d'oro degli anni '40 e '50 è ormai lontana. A quel tempo esistevano piccole "botteghe" che riunivano il meglio del savoir faire quando si trattava di realizzare piccole auto sportive, piene di carattere, sia per la bellezza delle linee che per il loro cuore meccanico, come solo gli italiani sapevano fare .

La storia di Ermini ritrae proprio questo. Il suo ideatore Pasquale Ermini, fiorentino, completò gli studi tecnici come meccanico nel 1927, e come molti altri, senza i soldi per avviare una propria officina meccanica, dovette cercare lavoro e, soprattutto, esperienza in altre case.

Pasquale Ermini, detto anche Pasquino.
Pasquale Ermini, detto anche Pasquino.

Nello stesso anno in cui terminò gli studi da meccanico, Pasquale fece uno stage presso la “Scuderia” di Emilio Materassi, meccanico e pilota degli anni 20. Premio italiano nel 1928, dopo un incidente mortale a Monza.

Ermini fu costretto a maturare ancora più esperienza nel mondo del motorsport e di lì a poco collaborerà con altre rinomate case come Alfa Romeo e Fiat.

Nel 1932 Ermini riesce finalmente a realizzare la sua visione e crea la sua officina meccanica. Il marchio Ermini nasce in un mondo ricco di potenzialità, con tutto l'apprendimento che Pasquale aveva acquisito negli anni come meccanico.

Scuderia Ermini
Scuderia Ermini

Pasquale Ermini avrebbe avuto successo con le sue vetture da competizione, ma solo dopo il 1952 il marchio Ermini sarebbe stato al vertice, affrontando marchi come Maserati e Porsche, nelle discipline da competizione automobilistica della Targa Florio e della Mille Miglia.

Tuttavia, Ermini iniziò a declinare nel 1958, ma mantenne la manutenzione delle sue vetture fino al 1962, quando chiuse i battenti senza alcuna ripresa in vista.

52 anni dopo, la storia ha voluto ribaltare questa situazione e, come altri mitici marchi dell'epoca, Ermini torna nel 2014. Con un nuovo slancio per l'industria automobilistica, presentandosi ai massimi livelli al Salone di Ginevra 2014 con il suo nuovo modello: gli Ermini Seiottosei.

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La Ermini Seiottosei non è altro, niente di meno che una “Barchetta Spider”, con telaio in tubolare d'acciaio e carrozzeria in alluminio e fibra di carbonio.

Con il sigillo di design dell'ex team italiano di F1 fondato nel 1965 e famoso per aver gareggiato negli anni '80, Osella Engineering è il principale responsabile della rinascita del marchio Ermini. Il design di Ermini Seiottosei è firmato da Giulio Cappellini, uno dei più grandi designer italiani.

Ermini Seiottosei segue rigorosamente le pergamene originali del marchio, una ricetta che unisce il minor peso possibile a un motore piccolo ma potente. Ricetta che non arriva per caso, o non era per il nome dei nuovi Ermini Seiottosei, la coniugazione dei numeri in italiano del 686, esattamente il suo peso in kg.

Si tratta di 686kg di peso, in una vettura con sospensioni provenienti direttamente dalla concorrenza, schema tipo “push rod” e cambio sequenziale a 6 marce. Il cuore di Ermini Seiottosei forse non è così consensuale, perché proviene dalla Francia, paese che ha sfidato gli italiani durante la X e la XX stagione del XX secolo, per i record di velocità su terra.

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Ma rivalità a parte, Osella, ricorso al blocco Renault Mégane RS F4RT, il blocco 2.0 turbo, è stato scelto per rallegrare il piccolo Ermini Seiottosei, ma non facciamoci ingannare perché Osella pensava che i 265 cavalli fossero valori incompatibili con un Ermini's macchina.

Ecco perché la potenza del monoblocco da 2.0l è salita a 300 cavalli, sufficienti per catapultare l'Ermini Seiottosei a 100 km/h in meno di 3,5 secondi, con una velocità massima di 270 km/h. Per mantenere la compostezza sulla Ermini Seiottosei, Brembo ha fornito l'impianto frenante e OZ Racing si occupa dei bellissimi cerchi da 17 pollici, montati su pneumatici Toyo R888 da 215/45R17 all'anteriore e 245/40R17 al posteriore.

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