Bugatti ha più di 100 anni di tradizione e storia e non nasconde che è sua “responsabilità preservare i modelli classici storici e contemporanei per il piacere delle generazioni future”. E l'ultimo esempio di questo è il prototipo originale del Veyron Grand Sport , che ha appena subito un intenso restauro durato quattro mesi.
Questo era il prototipo che stava alla base della Bugatti Veyron Grand Sport, la versione targa dell'ipersport, la cui produzione era limitata a sole 150 unità. Introdotto a Pebble Beach, California (USA) nel 2008, è finito in diverse mani in tutto il mondo, ma il marchio con sede a Molsheim, nell'Alsazia francese, alla fine lo ha ripreso.
Successivamente, la Veyron Grand Sport 2.1, come è noto internamente, è diventata la prima auto a superare il programma di certificazione "La Maison Pur Sang", in cui Bugatti determina se le auto che analizza sono originali o repliche.
Per questo, è stato completamente smontato in modo da poter verificare tutti i numeri di serie. Una volta certificata la sua autenticità, è seguita un'altra importante missione: restituirgli l'immagine immacolata che mostrava quando è stato presentato nel 2008.
È stata riverniciata nel suo colore originale, ha ricevuto nuovi interni, una nuova console centrale e ha visto restaurare tutti i dettagli in alluminio. Questo è stato un processo meticoloso che ha richiesto quattro mesi per essere completato, ma il risultato ha attirato l'attenzione di molti collezionisti.
Luigi Galli, responsabile del programma "La Maison Pur Sang" alla BugattiDopo questa conferma ufficiale dello status dell'auto come un importante modello storico e il prototipo che ha contribuito al lancio della Veyron Grand Sport nel 2008, l'auto ha rapidamente attirato l'attenzione di molti collezionisti ed è stata acquisita quasi immediatamente.
Bugatti non rivela l'identità dell'acquirente né rivela dove si trovi questa Veyron Grand Sport, che continua a essere in grado di raggiungere una velocità massima di 407 km/he accelerare da 0 a 100 km/h in 2,7 secondi. Ma una cosa è certa, è uno degli esempi più particolari nella storia recente di Bugatti.
