Elettrico. I caricamenti sulla rete Mobi.E sono diventati più costosi

Anonim

Ricaricare un'auto elettrica o ibrida plug-in presso una stazione di servizio sulla rete Mobi.E è diventata più costosa a partire dal 1° maggio, quando Mobi.e ha iniziato ad addebitare agli agenti di mercato una commissione come ente di gestione della rete di mobilità elettrica (EGME).

Indipendentemente dalla potenza e dai tempi di ricarica, ai gestori dei punti di ricarica (OPC) e ai fornitori di energia elettrica per la mobilità elettrica (CEME) verrà sempre applicato un canone di 16,57 centesimi.

La contabilizzazione, per gli utenti, si traduce in un aumento di 33,1 centesimi per ogni ricarica effettuata presso una delle oltre 1650 colonnine pubbliche gestite da Mobi.E.

Renault Zoe

Tale canone era già previsto da quando si è cominciato a pagare il canone dei telefoni pubblici, ma solo ora viene addebitato.

Secondo l'Autorità per i servizi energetici (ERSE), "tali tariffe rappresenteranno tra il 4% e l'8% del prezzo finale pagato dall'Uve" e saranno "incorporate nel prezzo finale pagato dagli utenti di veicoli elettrici che utilizzano la mobilità elettrica rete”.

Citato da Dinheiro Vivo, Luís Barroso, presidente di Mobi.E, ricorda che questo contributo è stato definito dall'ente regolatore dell'energia (ERSE) ma apre le porte a cambiamenti solo “se sarà confermata la percezione degli utenti e degli agenti di mercato”.

Intervenendo alla suddetta testata, Henrique Sánchez, leader dell'associazione UVE, rivela che "l'applicazione della tassa va fatta per l'energia consumata e non per un importo fisso" e ricorda che "chi ne porta di più deve pagare proporzionalmente, così come di non nuocere agli utenti con minore capacità di ricarica del proprio veicolo elettrico”.

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