Porsche presenta Audi con 200 milioni di euro di fatturazione

Anonim

Ci si aspetterebbe che in un gruppo automobilistico le difficoltà e gli ostacoli vengano superati insieme. Ma non è sempre così. Questo sembra accadere nel gruppo Volkswagen, coinvolgendo due dei suoi marchi, Porsche e Audi.

Amici, amici... affari a parte

Il gruppo tedesco non è immune da tensioni interne: proprio ieri abbiamo accennato a possibili misure per ridurre la concorrenza interna di Skoda per il marchio Volkswagen. Ora Dieselgate è il punto di discussione. Sono passati due anni da quando è stato reso pubblico lo scandalo della manipolazione delle emissioni di alcuni motori diesel, ma le conseguenze continuano a crescere, così come i costi.

Oltre al 2.0 TDI (EA189) che è stato al centro dello scandalo, anche il 3.0 TDI V6 ha rivelato software manipolativo. Questo motore, originario di Audi, equipaggiava non solo i modelli del marchio, ma anche altri di Volkswagen e Porsche. In totale, negli Stati Uniti sono state colpite circa 80.000 vetture dei tre marchi e, più recentemente, il governo tedesco ha addirittura vietato la vendita della Porsche Cayenne equipaggiata con questo motore.

È naturale che il marchio di Stoccarda non prenda la questione alla leggera. Non solo è stato “trascinato” nello scandalo, ma i costi si stanno rivelando alti. Secondo il quotidiano tedesco Bild, Porsche chiede un risarcimento ad Audi, che ha sviluppato il motore, per 200 milioni di euro per i costi relativi alle operazioni di incasso, assistenza clienti e consulenza legale.

Al momento nessuno dei brand si è fatto avanti con dichiarazioni ufficiali in merito. Quello che è noto è che Porsche non ha presentato alcuna procedura legale per imporre il pagamento, solo una richiesta ufficiale. Quindi non è nemmeno chiaro quali saranno le azioni future di Porsche se Audi si rifiuta di procedere con il pagamento.

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